giovedì 5 aprile 2018

IMPRINTING

VUKEL - ALBANIA

Dopo una lezione clamorosamente curiosa, svolta dal professore Antonino Saggio, sul concetto di Imprinting mi sono reso conto che nei miei primi anni di vita ho viaggiato e vissuto in molti diversi posti, cosa che invece ora mi succede assai raramente, ma ciò avveniva a causa del periodo abbastanza delicato che stava affrontando l'Albania; diciamo che ero un turista particolare nella mia prima parte di vita. Dopo un po' di giri con la mia famiglia siamo finiti a Terni, città meravigliosa che come tutti noi ha anche dei difetti. Dopo aver seguito la lezione del professore, uscito
dall' aula mi sono fermato a pensare su quale fosse il luogo del mio imprinting e inaspettatamente ho pensato all'Albania, più precisamente a Vukel, paese situato tra le montagne del nord dell'Albania. Avrei voluto dire Terni, poichè ho trascorso la maggior parte dei miei anni qui e ho creato una rete vastissima di rapporti meravigliosi con le persone a cui non riesco a fare a meno. Eppure ho pensato a questo paese di montagna nonostante io non abbia trascorso molto tempo li, ma dopo un po' di riflessioni ho trovato la risposta: durante i miei viaggi da turista ''moderno'', i miei genitori ( persone indescrivibili, ma non lo dico perchè sono il loro figlio) hanno saputo creare in me e tenere continuamente vivo un rapporto con il mio paese d'origine e con tutti i miei parenti attraverso una ''tessitura'' di racconti, di storie, leggende popolari e foto del passato. 
Dopo due anni che vivevo a Terni, i miei decisero di trascorrere l'estate in Albania:
giunti li, abbiamo prima salutato con grande affetto un'infinità di parenti di cui non conosco tutt'ora il nome e alla fine partendo dalla capitale Tirana ci siamo incamminati per Vukel. 
Viaggio talmente lungo che mi imparai a memoria tutto il CD di Ricky Martin e Madonna, ma è durante il viaggio che iniziavo a rimanere folgorato dal paesaggio che si presentava a noi. La cosa buffa era che i racconti fatti dai miei genitori erano stati talmente precisi e veritieri che ciò che vedevo davanti ai miei occhi era così vicino all'immagine che la mia testa aveva prodotto. 
Ciò che percepivo era come se la natura ci stesse dando il benvenuto: percorrevamo lunghe discese e salite ed eravamo costantemente accompagnati dalle pareti ripide di colore ''Verde vita'' poichè ricche di vegetazione in alcuni casi, altrimenti prettamente rocciose. 
Durante il viaggio si scorgevano poche case qua e la per la strada, e tutte rigorosamente in pietra e tetto a falde inclinate. 
Ciò che mi stupiva allora e continua a stupirmi anche oggi guardando le foto di allora è il fatto che tutto ciò non mi annoia, è un paesaggio talmente dinamico, pieno di ripidi pendii, ricco di macchie di vegetazione, di sassi, anche i sassi riuscivano ad ''emozionarmi'' poichè era tutto PURO, non si percepiva la mano dell'uomo, si entrava in uno spazio totalmente estraneo dalla realtà ternana in cui stavo trascorrendo i miei anni di vita da Turista in Italia. Dopo ore di viaggio si giunge a destinazione, ma mentre prima vi era la presenza di qualche automobile, qui l' unico mezzo usato era il cavallo. Eccomi giunto all'interno della casa di mio nonno, edificio di due piani realizzato con pietre  ''finemente'' dipinte di bianco. Mio nonno si vantava sempre di avere le grate delle finestre e il cancello più bello del villaggio, ma la cosa che mi faceva sempre ridere è che non vi era proprio la necessità di usare grate o cancelli poichè è un posto dove regna la pace e il silenzio, non c'èpericolo che qualcuno si intrufoli in casa di altri. 
Ciò che mi affascina di questo luogo agreste è la semplicità delle cose, e come la semplicità possa infondere cosi tanta felicità. Passavo da una realtà caotica della città ad una di totale immersione nella natura.
 La casa, salvo condizioni atmosferiche disastrose, è il luogo meno vissuto da tutti: 
è costantemente aperta, ha due porte di ingresso, la prima centrale e simmetrica rispetto all'edificio, la seconda si trova nella parte retrostante dove c'era il camino costantemente accesso e si preparava il pane, le patate, ed il formaggio per tutto il giorno. La casa è circondata dalla natura, si fonde con essa, dopo qualche giorno ero arrivato alla conclusione che la casa aveva solo due scopi, il primo era quello di permettere il fissaggio delle reti per vigneti ad essa, il secondo era quello di separare l'insalata, dall'uva e dalle pannocchie di mais. 
La vera vita era vissuta fuori dalla casa, a diretto contatto con l'ambiente che ci circondava, il quale presentava delle lievi pendenze accompagnate da sbalzi di altezze improvvise e ripidi vallate per poi giungere ad un tratto piano prevalentemente pianeggiante, per poi avere di nuovo una ripida scesa, insomma un'ambiente fortemente dinamico. La cosa che ricordo con sorriso era l'approvvigionamento dell'acqua: in certe zone dell'Albania l'elettricità e l'acqua non sono garantite per tutte le ore della giornata, perciò nel caso dell'acqua bisognava procurarsela e la fortuna vuole che nelle prossimità di casa nostra ci fosse una cava dalla quale usciva ininterrottamente acqua e ad essa si collegavano tutte le tubazioni idriche che arrivavano nelle varie case della zona. Inizialmente pensavo fosse una passeggiata prendere l'acqua poichè mio nonno che aveva quasi 70 anni al tempo, portava a casa circa 4-5 bottiglie piene d'acqua; un giorno mi incaricai di prenderla io, i miei mi diedero l'ok e si raccomandarono semplicemente di stare attento a dove mettevo i piedi ( gufata incredibile). Per recarmi alla fonte dovevo seguire un canale rialzato rispetto al livello della strada, che era largo circa 20/30 cm e l'acqua era profonda a malapena 5/10 cm, inizialmente pensai fosse una passeggiata ma ciò che era interessante del percorso è che esso non era rettilineo, ma una linea spezzata perciò non sapevi cosa ti poteva accadere svoltando per i vari angoli. Proprio mentre stavo per svoltare uno di questi angoli, mi imbattei contro un'ape e data la mia fobia, vinse lei il duello e rotolai lungo la breve discesa poichè avevo perso l'equilibrio, ma una volta finito di rotolare mi ritrovai davanti a un cespuglio di frutti di bosco. Ero la persona più felice del mondo, alla fine riuscii anche a portare a casa le bottiglie piene di acqua (con la A maiuscola, fresca e rigenerante). 
Alla scoperta del territorio,
lattina di pepsi fuori luogo con il contesto

Sorgente idrica, papà e mia sorella molto 
più atletici di me


Penso che da questo luogo sono due i concetti che emergono dalla mia esperienza personale: la semplicità e l'indefinito. Il primo termine lo si può riscontrare sia nelle abitazioni realizzate( semplici parallelepipedi con tetto a falde inclinate) ma anche nei modi di fare delle persone del luogo, persone appunto semplici, che vivono la vita giorno dopo giorno con il sorriso stampato in faccia, contenti del poco che hanno e senza invidiare nulla a chi vive nelle grandi città . Il secondo termine invece si evince guardando verso l'orizzonte: le varie pendenze del terreno, i vari salti di quota nascondono ciò che c'è dietro a loro nelle immediate conoscenze, questo lo si potrà scoprire semplicemente esplorando il territorio preferibilmente con la curiosità tipica e dolce dei bambini.

Vallata in Gjarper

schizzo


Sketch of Imprinting

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